Tempo di carciofi. Non solo nel piatto

A maggio arriva il momento dei carciofi. Qui, a Navelli, in (quasi) montagna arrivano in ritardo. Per ora le piante in giardino sono cresciute e hanno già tante foglie. I carciofi sono ancora piccoli ma il cuore può essere sfruttato bene. In realtà rimangono sempre piccoli. Non ho mai capito di che qualità si tratti. Le abbiamo trovate e le teniamo, cercando soltanto di tenerle sotto controllo e lasciando che il carciofo si trasformi in un magnifico fiore viola che attira un’incredibile quantità di bombi! Quelli che si trovano al mercato arrivano da zone più calde (Puglia, Sicilia). A spicchi, in padella con qualche patata a tocchetti, olio sale e pepe, sono perfetti. Oppure interi con un ripieno di pangrattato e mentuccia, cotti lentamente in un tegame di coccio.  O ancora a spicchi sottili, mischiati agli asparagi dell’orto a pezzetti e qualche pomodorino sono un condimento perfetto per il farro. Se si vuole esagerare, si preparano fritti, dopo averli passati in una pastella leggera (io uso farina di farro di un produttore locale, mescolata ad acqua e sale). Magari con accanto qualche foglia di borragine o di salvia sclarea, immerse nella stessa pastella!Quale che sia la ricetta che si preferisce, sono un perfetto piatto unico.

Il problema sono gli scarti. La quantità di ciò che si scarta nei carciofi è decisamente superiore a quello che si mangia, pur recuperando il cuore dei gambi, perfettamente commestibile! Che fare delle foglie (propriamente le brattee) scartate? E se provassi a preparare un bagno di colore? Ricordo di avere ancora qualche piccolo scampolo di cotone. Sono gli scampoli che trovo nel cesto apposito in un negozio dove mi piace andare per una ricognizione. Si tratta di Cloth House a Londra. Nei periodi londinesi, gli dedico almeno una fuga in centro per osservare gli allestimenti e i tessuti. Ed è una soddisfazione uscire con qualche scampolo destinato agli esperimenti di colore e  stampa. In attesa di capire quando e come sarà possibile viaggiare di nuovo (il modo dobbiamo trovarlo, visto che figlie e nipotini sono là!), mi limito a sfruttare quello che ho accantonato. Scelgo una leggera garza di cotone.

Dopo la mordenzatura, la immergo nel bagno preparato con le foglie di carciofo, lasciate a bagno, portato a ebollizione, lasciato freddare e infine filtrato. La lascio in immersione per una notte. Il giorno successivo la porto a ebollizione e la lascio sobbollire per circa un’ora. Lascio raffreddare fino al giorno successivo. Finalmente la recupero dal bagno, la sciacquo velocemente e la faccio asciugare all’aperto.

Il risultato? Una tonalità di verde moto tenue. La fotografo accanto a un altro tessuto bianco (proveniente dallo stesso negozio). 

Non mi convince molto. Prima di abbandonare l’idea di tingere con le foglie (= brattee) dei carciofi ripeto l’operazione con l’aggiunta di altri carciofi. Il risultato è una tonalità un pochino più accentuata. Il verde è decisamente un colore quasi impossibile! Lo avevo già verificato, usando un bagno ottenuto dalle foglie di carciofo su filato di bambù.

Non mi convince molto. Prima di abbandonare l’idea di tingere con le foglie (= brattee) dei carciofi ripeto l’operazione con l’aggiunta di altri carciofi. 

Il risultato è una tonalità un pochino più accentuata. 

Il verde è decisamente un colore quasi impossibile! Lo avevo già verificato, usando un bagno ottenuto dalle foglie di carciofo sulla lana. Per verificare le tonalità, accosto la gara di cotone a una sciarpina tinta da Anna De Col con gli scarti di zafferano (le prove con gli scarti di zafferano si fanno a fine ottobre e inizio novembre, al tempo della raccolta! E danno belle tonalità di verde: il mio twin set in verde zafferano è il risultato dei primi esperimenti fatti da Michela Pasini ormai tanti anni fa). 

Sono due tonalità di verde, non c’è dubbio. Ma completamente diverse. A conferma dell’incredibile varietà di sfumature che si ottengono dalla natura. Che fare con questo scampoli di garza di cotone verde carciofo? Semplicemente una sciarpina da abbinare al maglione color scarti di zafferano o al poncho campionario.Per girovagare nelle viuzze del borgo, sono perfetti! 

TESTO E FOTO: Rosa Rossi

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