Ospitalità artigiana

Capitano occasioni speciali in cui si riesce a vedere il risultato del proprio lavoro e delle convinzioni che lo guidano.

L’arrivo di un gruppo organizzato (ed equipaggiato, ciascuno con il proprio telaio) nella splendida cornice dell’Ostello sul Tratturo a Civitaretenga (Navelli, AQ) è sicuramente uno di questi momenti, per vari motivi.

Il primo è la ripresa delle attività di ospitalità dell’ostello, dopo un periodo di stasi, grazie alla sinergia tra la cooperativa Oro Rosso, la Cooperativa Altopiano di Navelli e il Comune di Navelli

La cooperativa Oro Rosso si è posta infatti l’obiettivo di valorizzare e coordinare le forze presenti sul territorio attorno a progetti capaci di dare vita ad attività legate alle sue specificità. L’idea di abbinare le attività tradizionali della comunità (connesse in particolare alla coltivazione e lavorazione del crocus sativus) e un’ospitalità a costi contenuti in una cornice storica è stata perseguita con forza dal presidente della cooperativa, Massimiliano D’Innocenzo con il sostegno della comunità, numericamente ridotta ma sempre solidale.

L’Ostello sul Tratturo è un’idea nata alcuni anni fa per rendere fruibile una delle strutture più interessanti dell’area comunale, il Convento di Sant’Antonio, risalente al XIV sec. Se il Palazzo rinascimentale (Palazzo Santucci) sovrasta il colle di Navelli, avendo sostituito il castello nel periodo rinascimentale e distinguendolo immediatamente dalla sagoma dei paesi limitrofi, il convento contraddistingue la linea dell’orizzonte di Civitaretenga in direzione del borgo. 

L’Ostello, dotato di camere arredate e perfettamente funzionali e di tutti i servizi, è perfetto per un’ospitalità essenziale e, al tempo stesso, fortemente caratterizzata, proprio per la specificità degli ambienti, la magnifica cornice aturalistica e le strutture comuni (il chiostro e la sala conferenze). Proprio queste strutture ne hanno fatto, dall’inizio, un luogo perfetto per quella che si può definire “ospitalità artigiana”.

In questi giorni, si sta svolgendo negli ambienti dell’Ostello la Scuola estiva di lavorazione lana locale, organizzata da Annalisa De Luca e da La casa delle streghe in collaborazione in collaborazione con il Coordinamento tessitori che dal 2003 promuove l’arte della tessitura e le attività ad essa connesse dalla selezione alla tintura dei filati, grazie all’impegno di Eva Basile, dei componenti del direttivo e di tutti i soci, con una rivista (TessereAmano), mostre, corsi e scuole, come quella attualmente in corso.

La tessitura è stata una delle attività artigianali cardine, da tempi antichissimi. L’individuazione dei filati (vegetali e animali), l’intreccio di filati, la tintura e la realizzazione di telai sono state attività determinanti nella storia dell’uomo e sono state svolte per millenni nelle case, prevalentemente dalle donne.

Poi sono divenute attività industriali (con tutti i vantaggi e gli svantaggi di qualsiasi attività industriale di cui oggi si cominciano ad avvertire gli effetti non sempre positivi). Proprio le persone sensibili a queste tematiche si appassionano all’attività di tessitura, spesso riproducendo la filiera, dal materiale al tessuto. 

Aver scelto l’Ostello sul Tratturo da parte degli organizzatori della scuola, ha una valenza speciale, se si considera la collocazione dell’Ostello, nel cuore dell’Abruzzo montano, lungo il percorso del Tratturo Magno, sul cui cammino i pastori e le greggi si si sono messi nei secoli nel periodo della transumanza estiva e invernale, tra l’Altopiano di Campo Imperatore e le coste pugliesi.

Se si considera il legame intercorso nei secoli passati tra queste zone interne profondamente caratterizzate dalla pastorizia e Firenze (dove le attività della tessitura erano centrali e dove ha la sua sede il Coordinamento Tessitori).

Se si considera l’importanza fondamentale di recuperare il significato della lana (dalla tosa al filato), finita nel novero dei rifiuti speciali, destinati al macero, a fronte delle sue potenzialità come materiale per realizzare magnifici tessuti.

Se si considera l’importanza fondamentale di tenere in vita le competenze artigianali che per migliaia di anni hanno caratterizzato le attività umane e che alcuni decenni hanno accantonato, soprattutto tra le generazioni più giovani. 

Se si considera l’importanza fondamentale di recuperare queste attività non tanto e non solo per questioni formative, economiche, sociali ma anche, e in modo prioritario, per la salute del pianeta. 

La realizzazione di queste attività, partendo da un territorio interno, penalizzato dalla centralità delle zone urbane, ha un significato importante che la cooperazione e la sinergia possono contribuire a mitigare.

Costruire una rete di attività artigianali attorno a una realtà come l’Ostello sul tratturo potrebbe essere un presupposto essenziale per il futuro dei piccoli borghi disseminati nelle zone montane che hanno subito e subiscono l’attrazione per le città e la difficoltà di avere servizi efficienti. 

L’ospitalità artigiana può rappresentare il volano per la ripresa (senza dimenticare che il crocus sativus, oltre a fornire la preziosa spezia nota come zafferano DOP dell’Aquila, fornisce anche un ottimo materiale tintorio!). 

TESTO: Rosa Rossi

FOTO: Massimiliano D’Innocenzo – Coordinamento Tessitori

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