Settembre è iniziato con un incontro e con un nuovo titolo.
Ho incontrato una polygonia egea, anzi due.
Svolazzavano una accanto all’altra a ridosso di un muro di pietre, trai cui interstizi crescono con la loro consueta pervicacia piante di parietaria, ormai piuttosto rinsecchite.
Mi sono avvicinata lentamente, per sorprenderle in volo e immortalare il colore arancio picchiettato di nero delle ali come quello che si osserva in questa foto che ho rintracciato come esempio:

Al mio avvicinarsi, si sono fermate sulla pianta, rimanendo perfettamente e ostinatamente immobili. Le ho immortalate così, immobili, le ali chiuse e il colore della faccia superiore delle ali completamente invisibile.
All’apparenza quelle che ho immortalato, per forma e colori, sembrano due foglie confuse tra gli sterpi e la pietra. In realtà ho immortalato la faccia inferiore delle ali, di forma irregolare e di colore bruno variegato, al punto da confondersi con la base di appoggio (la parietaria rinsecchita e la pietra di fondo). Se non le avessi viste svolazzare, quasi intrecciandosi, un attimo prima, non avrei avuto modo di riconoscerle. Probabilmente non le avrei neppure viste.



Il nuovo titolo è I sapori di una svolta di Francesca Pachetti. Dal 1 settembre è possibile preordinarlo sul sito della casa editrice – Temposospeso, editoria di resistenza – e verrà spedito il 1 ottobre con una puntualità già sperimentata.
Ho deciso di preordinarlo per tanti motivi. Eccone alcuni:
- perché ho letto e dedicato una recensione a La raccontadina. Racconti a passo di vanga, edito dalla stessa casa editrice.
- perché credo di avere colto lo spirito che anima Francesca e che le dà la forza di fare il lavoro che fa con tanta fatica, con consapevolezza e determinazione, remando contro i tempi …
- perché ho cominciato a seguire la sua pagina Fb e il suo profilo, scoprendo le sue ricette veloci con i soli ingredienti strettamente necessari che ho cominciato a sperimentare …
- perché mi piace leggere anche i libri di cucina e credo che oggi servano ricette semplici, naturali, veloci, senza aggiunte provenienti da intrugli di laboratorio …
- perché credo che valga la pena diffondere esperienze come quella di Francesca, anzi, credo che dovrebbero moltiplicarsi e diffondersi … ne va della nostra salute e della salute del pianeta. È una goccia nel mare. Certo. Ma tante gocce fanno una pozza, poi un laghetto, un ruscello ecc. ecc. È un processo difficile ma indispensabile.
- perché per quanto poco possa contribuire alla diffusione di esperienze editoriali e lavorative di questo tipo, penso ne valga la pena.
A ottobre le farfalle, probabilmente, avranno finito il loro ciclo vitale.
Io, all’arrivo del libro, lo leggerò e continuerò a sperimentare ricette.


