Non ricordo come e dove l’ho ‘scoperto’. Ricordo con certezza che l’attimo dopo averlo scoperto lo avevo già ordinato con una telefonata alla libreria consueta, The Book Room a Santarcangelo. Un’azione di poco conto che diviene importante se la si compie in tanti.
Cosa contiene?
- In seconda e terza di copertina la motivazione che ha spinto l’editore a pubblicarlo.
- Una pagina per spiegare il progetto, Ramadan e i libri
- La storia di Ramadan Elnajeli, un editore palestinese che continua la sua attività in condizioni difficilissime per poter garantire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di continuare a studiare.
- Andando al mercato, una favola palestinese tratta dal libro di Ibrahim Azouz, in tre versioni: italiano, arabo e inglese.
La favola si legge velocemente, numerose illustrazioni accompagnano la breve narrazione. I protagonisti? Un padre, un figlio e un asino diretti al mercato su consiglio della moglie e madre per vendere l’asino e sostituirlo con una mucca che possa fornire il latte.
Mentre la leggo, ho la precisa sensazione di conoscerla già. L’asino è una presenza costante nelle favole come lo era nella vita degli uomini fino a quando la meccanizzazione non ha cambiato in profondità il lavoro nelle campagne. È simbolo di pazienza, fedeltà, forza, resistenza, sottomissione. Insomma, un compagno di lavoro al quale non si rinuncia a meno che non sia in gioco la sopravvivenza della famiglia, come nel caso di questa versione della favola.
L’asino è protagonista di numerose favole da Esopo (vissuto tra VII e VI sec. a.C.) in poi.
Ma chi era Esopo? Da dove proveniva? E da dove provenivano le favole – ossia le brevi narrazioni in prosa che fanno parte della raccolta tramandata con il suo nome e che vengono studiate nella letteratura della Grecia antica?
Se fino a tutto il 1800, gli studiosi erano convinti che la cultura greca fosse un prodotto nato e sviluppatosi in Grecia, proprio la favola ‘esopica’ rappresenta un prodotto che sfugge alla pretesa autoctonia della produzione in lingua greca.
Le favole radunate e raccontate da Esopo hanno sicuramente una provenienza diversificata, tra Grecia e Medio Oriente da dove probabilmente Esopo proveniva e dove sicuramente aveva viaggiato, raccogliendo favole e versioni diverse della stessa favola.
La favola e i suoi protagonisti – uomini e animali – sfuggono a una definizione che li costringa dentro confini regionali o nazionali.
La favola nasce dal basso, dalla tradizione popolare, dall’esperienza di chi lavora la terra e ha a che fare, ogni giorno, con la fatica e con gli animali che, a diverso titolo, fanno parte di quel mondo.
La favola nasce spontaneamente e circola liberamente, senza confini.
Esopo ha avuto il merito di raccogliere e radunare centinaia di brevi narrazioni che sono divenute il presupposto indispensabile per una produzione dal basso e, successivamente, la fonte di ispirazione per favole di animali degli autori che hanno scelto di dedicarsi alla favola come genere.
Così Andando al mercato è confluita, con il titolo Il contadino, il figlio e l’asino, anche nel corpus di favole esiodeo.
Ed Esiodo ha avuto il merito di raccogliere favole di diversa provenienza senza minimamente preoccuparsi dell’attribuzione a un luogo piuttosto che a un altro, a una cultura piuttosto che un’altra, a un popolo piuttosto che un altro.
Probabilmente di origine servile, sicuramente migrante tra Grecia e Medio Oriente, Esiodo si è fatto portatore con le sue favole di una tradizione nata dal basso e portatrice di una visione del mondo variegata, umile, senza confini, greca e palestinese / occidentale e orientale.
E, di seguito, la versione di Esopo:
Favole Classiche – Esopo – Il contadino, il figlio e l’asino
Un vecchio faceva il cammino con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall’asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: “Ecco,” dicevano “un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto”. Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: “Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito”. Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull’asino. Così sono portati entrambi dall’unico quadrupede: il borbottìo dei passanti e l’indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone. Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l’asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: “Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi”. Allora il padre disse: “Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci”.

