Impossibile da recensire. Necessario da leggere (le motivazioni si trovano nella presentazione degli Editori, riportata di seguito). La pubblicazione risale al 1953 (chi scrive aveva due anni), il contenuto è attualissimo. Ne esistono copie sparute nel mercato dell’usato. Se vi capita di ‘incontrarlo’ non esitate a farlo vostro. Si trova in moltissime biblioteche. Se non è fisicamente nella più vicina a casa, si può ricorrere al prestito interbibliotecario. Se gli appunti che seguono vi incuriosiscono, non abbiate dubbi nel procurarvelo.
Contenuti
Tutto il Risorgimento dal 1848 al 1945. Oltre la resistenza. La Spagna. Neofascismo in U.S.A. e dintorni. Resistenza e Mezzogiorno. Nazionalismo radice d’ogni fascismo. Verso un terzo conflitto mondiale?
Note di attualità politica di Augusto Monti
PRESENTAZIONE DEGLI EDITORI
Questo vuol essere un libro di storia contemporanea. Conosciamo le obiezioni che possono essere mosse a simile pretesa: “La storia è il passato; il contemporaneo, semmai, è politica; ci vuol distacco, ci vuol prospettiva, per vedere e raccontare le cose con l’obiettività dello storico” e così via. Ma se è valida l’affermazione crociana per cui ogni storia, anche l’antichissima, è storia contemporanea, deve valere anche la proposizione inversa, per cui un avvenimento odierno può essere visto e narrato come se fosse antico di mill’anni; se si può far la storia delle Piramidi d’Egitto come storia di un moderno sfruttamento di classe, si potrà pur narrare un odierno conflitto sociale con l’impassibilità di chi narra la storia dei Faraoni. Del resto, della Storia d’Italia del Croce, tutta contemporaneità, fu detto che in essa l’autore narra una guerra appena finita come se avesse narrato i casi della guerra di Troia. Comunque tale è stato l’intento dell’autore di questo libro: spetterà al lettore giudicare dei risultati.
Il volume è intitolato: “A. XXX E. F. – VIII P. L. (Anno 30 dell’era fascista, ottavo dopo La liberazione)”, Perché è un quadro della situazione in cui si trova l’Italia nel mondo nel periodo tra il 1952 è il 1953; situazione caratterizzata dalla persistenza del fascismo, nuovo o vecchio che sia, di fronte al quale si ergono le più energiche forze di quella Resistenza che ha già debellato il primo fascismo nel ‘45 e si sente benissimo di debellare in secondo in questo conflitto che dura tuttora.
L’opera è composta di tre saggi, scritti sulla base di articoli e studi che l’autore pubblicò su varie riviste e giornali. Il saggio Tutta la Resistenza fu scritto per l’Antologia della Resistenza di Luisa Sturani (Torino Chiantore, 1951 a cura del Centro del Libro Popolare1). Il saggio Nazionalismo radice di ogni fascismo apparve nel gennaio ‘48 sulla rivista Stato Moderno. Infine il saggio intitolato Neofascismo in U.S.A. e dintorni sviluppa gli articoli e gli appunti che l’autore scrisse e pubblicò tra il luglio e il settembre del 52.
Quest’ultimo saggio, pur essendo posteriore agli altri non solo per la data della sua stesura ma anche per gli avvenimenti che tratta, Apri il volume, perché esso racchiude in sé il motivo fondamentale del libro il l’autore ha voluto subito portare il lettore in medias res, nel cuore cioè del gigantesco conflitto che tiene oggi il mondo diviso in due. Subito dopo, nel secondo saggio, l’autore studia quali tesori di energia siano a disposizione della nuova Resistenza. La storia delle forze che portarono alla Liberazione non va solo dal ’22 al ’45, non si ferma alla data del 25 Aprile: ecco il significato del sottotitolo Oltre la Resistenza.
Nel terzo saggio, che fu il primo ad essere concepito e scritto, l’autore ammonisce, esemplificando, di non credere che si sia mai abbandonata la mala pianta del fascismo, finché non sia totalmente estirpata la pessima gramigna del nazionalismo.
Questo libro non è scritto e pubblicato solo per coloro che stanno da una parte della barricata – quella in cui stette e sta l’autore – ma anche, e augurabilmente più, per quelli che stanno dalla parte opposta; comunque esso è rivolto a tutti coloro che, indipendentemente dal colore della bandiera, militano per una bandiera, cioè si sacrificano per un’idea. GLI EDITORI
RICOSTRUZIONE DELLE INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE DALL’INTERNO DEL TESTO
Guido Miglioli, La collectivisation des campagnes soviétiques,1934
Guido Miglioli, Con Roma e con Mosca. Quarant’anni di battaglie,1945
Guido Miglioli, Leghe bianche e leghe rosse, Editori Riuniti, 1972
Mauro Felizietti, Guido Miglioli testimone di pace, con una testimonianza di Adriano ossicini, Agrilavoro 1999
Guido Miglioli, Una storia e un’idea, Edizioni di Storia e Letteratura 2015 (“Una storia e un’idea” di Guido Miglioli, organizzatore delle leghe dei contadini cattolici nel cremonese, sostenitore di una radicale riforma agraria e dell’alleanza politica con i socialisti e poi con i comunisti, uscì nel 1926 dopo la morte di Piero Gobetti presso la Tipografia Carlo Accame di Torino. Era uno studio sulla storia delle lotte contadine in Russia, prima e dopo la rivoluzione sovietica, frutto anche di osservazioni dirette nei sei mesi di permanenza a Mosca nel 1925. “Dopo la storia del contadino dell’Unione Sovietista, non ve n’è un’altra più completa e suggestiva di quella del contadino italiano”, scriveva nella presentazione di questo volume l’autore, che perseguì allora e nel successivo esilio l’obiettivo politico di un inserimento del movimento contadino cattolico in un fronte progressista, accanto alla classe operaia, ma nella prospettiva di una autonoma “Rivoluzione Contadina”, come avrebbe dovuto intitolarsi inizialmente il volume).
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, Einaudi 1945, 1965, 2014; Mondadori 1967
Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia, Bompiani, 1941
Bino Sanminiatelli, Quasi un uomo, Rizzoli,1968
Vitaliano Brancati, Il vecchio con gli stivali, Roma, L’Acquario, 1945, Passigli 2025
Tommaso Fiore, Un popolo di formiche, Bari, Laterza, [1951], 2001
Tommaso Fiore, Formiconi di Puglia. Vita e cultura in Puglia, 1900-1945, Manduria, Lacaita, 1963
Tommaso Fiore, Il cafone all’inferno, Einaudi, 1955
EXCIPIT
“I popoli, come gli individui, sono mutevoli ed educabili. Bisogna credere in questa verità. Se questa mutabilità ed educabilità non fosse, la storia non sarebbe libero svolgimento, Ma sarebbe determinismo e meccanicismo; e verrebbe meno la fede nel continuo progresso e il coraggio nel propugnarlo” – parole di Croce, ancora. Ma la democrazia ha fede nel progresso, e non le manca il coraggio di propugnarlo; perciò la democrazia crede nella possibilità di educare popoli, e avrà la volontà e la capacità di farlo. Educare entro di sé gli individui propensi agli errori del nazionalismo, educare fuori i popoli propensi a tali errori; educarli, sia pure con la severità, ma educarli. Solo così le democrazie, vittoriose sui nazionalismi, avranno assicurato la loro vittoria”.


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