Leggendo Zena Roncada, Dal terrazzo e piccole fughe, temposospeso 2025

Leggendo Zena Roncada, Dal terrazzo e piccole fughe, temposospeso 2025

Ogni libro, a suo modo, è un’opera d’arte, nelle intenzioni dell’autore. Peraltro, in questi tempi dominati dall’alta tecnologia, spesso, è solo un insieme di pagine messe insieme per apparire e farsi notare sugli scaffali di un megastore, particolarmente in momenti dell’anno destinati ai regali. È lo scenario proposto dalla grande distribuzione. Ed è lo scenario al quale molti (autori e lettori) si adattano.

Poi esiste un’altra realtà. Una realtà di nicchia, che parla sottovoce, lavora in modo artigianale, come una piccola comunità solidale, cooperante e includente, dai redattori agli autori, ai lettori. 

È il caso di temposospeso EDITORIA DI RESISTENZA, Minceto (Genova). 

Ed è valido per ogni testo pubblicato, dal primo (Zena Roncada, Il cuore delle formiche, maggio 2023) all’ultimo (Zena Roncada, Dal terrazzo e piccole fughe, settembre 2025). Diciannove titoli, ad oggi.

Dal terrazzo e piccole fughe (il titolo) è completato da “Miniature”, un termine che incuriosisce: rimanda decisamente alla mondo della pittura (originariamente realizzata con un composto – il minio – di colore rosso), come, del resto, l’immagine di copertina (la stessa che ricorre nel segnalibro e nella XI delle pagine in numeri romani che precedono e seguono il testo), un piccolo, prezioso, valore aggiunto, che rappresenta un Papavero della sabbia (Glaucium flavumCrantz, dovuta ai pennelli di Oriella Savoldi (https://www.aab.bs.it/progetto/oriella-savoldi/). 

Eppure … non è pittura.

O, meglio, è pittura. Ma l’autrice non usa pennelli e colori. Trasferisce le immagini in parole che costruiscono il corpo di 87 brevi testi suggeriti dal quotidiano rapporto con il terrazzo di casa (Dal terrazzo) e i suoi dintorni (le piccole fughe). 

Ossia, si tratta di “miniature poetiche”. È questo il binomio ideato dai redattori per definirle (A te che leggi, p. V). O, ancora, ‘lucciole’ che si accendono – meglio, si accendevano – sul terrazzo o lungo gli stradelli di campagna, dopo il tramonto, quasi a segnalare i ‘preziosi’ che costellano l’uno e gli altri. Tanto più preziosi in una fase storica – il presente – delicata, costellata di brutture e che ha bisogno di due ingredienti indispensabili: osservazione e sensibilità. 

Se, in corso di lettura, si appuntano i nomi dei fiori, delle erbe, degli alberi citati se ne ricava un lungo elenco. Quante ne riconosciamo?

Ogni fiore, ogni piantina è associata ad altro: una condizione climatica, un modo di sentire, un ricordo, un colore … 

Dunque, la sensibilità può essere ‘declinata’ in tanti modi.

Può essere lessicale, semantica, botanica, metereologica, catalogica, pittorica, poetica, letteraria e tanto altro. Ogni miniatura poetica contiene sfumature diverse, variamente abbinate e variamente abbinabili. Il terrazzo e gli stradelli rappresentano il mondo di Zena e, idealmente, il mondo di ogni lettore che abbia un terrazzo e viottoli da percorrere.

Giunti a fine lettura, l’impulso è riprendere la lettura dalla prima ‘miniatura’.

La poesia ha bisogno di lettura e riletture. 

E queste miniature poetiche si snodano lungo un anno … idealmente andrebbero lette (assaporate, centellinate, …) in accordo con lo scorrere delle stagioni e, perché no, come indicazioni per il proprio angolo fiorito (terrazzo, balcone, cortile …).

Post-Scriptum

Dal terrazzo e piccole fughe può essere considerato un testo ‘sperimentale’, a metà strada tra poesia e prosa. Le formule sono diverse (poesia in prosa \ prosa lirica \ prosa d’arte) e gli esempi numerosi, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi. Meriterebbe un esame specifico nel quadro, almeno, della produzione novecentesca. 

Il terrazzo raffigurato nei disegni sottostanti è stato eseguito a matita negli Anni Quaranta del secolo scorso da Emilia Petroselli (Viterbo, 1924 – 2018). chi scrive è nata in quella casa e cresciuta in quel terrazzo e ha piacere di dedicarli all’autrice, Zena Roncada.

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