È settembre: piove! (dal diario di settembre 2017)

Esco di casa con alcuni libri in mano in cerca di una superficie piana per fotografare le copertine.

La panchina di pietra è perfetta.

Mentre dispongo i libri in ordine, passa un paesano (un caso fortuito, perché in questa parte del paese difficilmente passa qualcuno e se passa, solitamente, sono turisti che si immergono nel borgo medievale, disabitato ormai in modo (quasi) definitivo a seguito dello spopolamento iniziato da un secolo circa, con un picco massimo nel secondo dopoguerra).

  • Buongiorno.
  • Buongiorno – mi risponde e aggiunge – cade qualche goccia! Speriamo che non piova tanto.
  • Ma come? menomale, sono tre mesi che non piove!
  • Quasi quattro, ma speriamo che non piova troppo. Perché porta via tutto. Al nord è caduta una casa e sono morte cinque persone.

Rimango senza parole, sono uscita di casa senza ancora guardare le notizie. Ma, a voce alta, dico: 

  • Oddio, forse la casa aveva dei problemi!

Che dire, non si sa mai come rispondere, in questi casi, forse sarebbe meglio tacere.

Il paesano continua la sua strada, io finisco di scattare le foto e torno a casa.

Inevitabilmente vado a vedere cosa è accaduto.

La zona colpita è la Toscana. Un disastro sicuramente, ma in primo luogo non è crollata nessuna casa (colpa dell’informazione, colpa di un ascolto distratto o di una cattiva comprensione?) e, in secondo luogo, già nel primo articolo che leggo, l’autorità locale parla di assenza di prevenzione.

Un ossimoro. Chi altri si dovrebbe occupare di prevenire se non l’autorità (programmando, intervenendo, controllando, adeguando gli interventi …)?

Parlare di prevenzione è indispensabile.

Ne parlava già Machiavelli, cinque secoli fa (è un po’ difficile da leggere, ma con un po’ di buona volontà ci si riesce!):

Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell’altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benchè sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodochè crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l’impeto suo non sarebbe sì licenzioso, nè sì dannoso. Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resistere, e quivi volta i suoi impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini, nè i ripari a tenerla. E se voi considererete l’Italia, che è la sede di queste variazioni, e quella che ha dato loro il moto, vedrete essere una campagna senza argini, e senza alcun riparo”, da Il principe, cap. 25.

L’episodio e le riflessioni che precedono risalgono al settembre del 2017. Le note che seguono ad oggi, 25 settembre 2024.

Come dire, la prevenzione dovrebbe essere parte integrante della gestione del territorio. 

E si dovrebbe anche pensare a quanto e a come sfruttiamo il territorio e la natura.

Perché, se tagliamo ed eliminiamo alberi in modo indiscriminato, il terreno si impoverisce, frana e travolge …

Perché, se non piove, ci sono gli incendi, se piove troppo, le inondazioni …

Nell’un caso e nell’altro, ce ne lamentiamo e, troppo spesso, piangiamo le vittime. 

Domandiamoci piuttosto quanto ne siamo – tutti, seppure in misura diversa e con diverso grado di colpa – responsabili e cominciamo a comportarci di conseguenza.

A distanza di sette anni, la frequenza di eventi meteorologici estremi è notevolmente aumentata dovunque nel mondo, a dispetto di chi si ostina a negarla.

I suoi effetti sono ingigantiti dalle attività umane sempre più invasive sul clima e sul territorio provocando desertificazioni e alluvioni e contribuendo a favorire spostamenti migratori di chi va in cerca di condizioni di vita migliori.

La prevenzione sul territorio è diventata improrogabile così come le politiche volte alla transizione ecologica, pur costose e impegnative dal punto di vista tecnologico.

La cura della terra che ci ospita dovrebbe essere in cima ai nostri pensieri e ai nostri comportamenti.

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