Leggendo Giorgio Genetelli, Ingombranti. Una raccolta, temposospeso 2025

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Per riflettere, già dal titolo: Ingombranti. Una raccolta.

Proviamo a ‘giocare’ con il titolo, ribaltandolo:

Una raccolta di ingombranti … 

I puntini di sospensione costringono a immaginare il seguito. Ora, nell’uso comune, l’aggettivo ‘ingombranti’ si usa, in senso proprio, per bagagli, oggetti, rifiuti, ecc., tutte cose che occupano spazio fisico e, dunque, non aiutano a capire il titolo. Tuttavia, in senso traslato, si può usare per nozioni in eccesso, note superflue, personaggi scomodi. 

Ampliando ancora il ventaglio delle possibilità potrebbe essere utilizzato anche per definire narrazioni, cronache, racconti.

Si tratta, a questo punto, di entrare negli scritti della raccolta per verificare perché l’autore abbia scelto il titolo e in che modo rappresenti i cinquantuno racconti che occupano le 185 pagine complessive. Un rapido conteggio porta ad escludere che l’ingombro sia da riferirsi all’ampiezza degli scritti. Mediamente ciascun racconto occupa 3,63 pagine. A una prima verifica, ce ne sono di una (e poche righe), due, tre … cinque …

Sono tutt’altro che ingombranti. Sono caratterizzati da brevitas, ossia dalla capacità di scrivere in forma concisa (una definizione che proviene dalla letteratura latina).

Una peculiarità di ciascuno scritto esalta questa caratteristica: il titolo – poche parole – è parte integrante del racconto contribuendo ad una scrittura essenziale.

Dunque, l’ingombro non ha a che fare con questioni di spazio. Va cercato nel contenuto.

Ed entrare nel contenuto equivale ad uno ‘scossone’ emotivo e culturale che mette il lettore a dura prova, sollecitando sentimenti, ricordi, il suo modo di essere e chissà quant’altro; costringendolo a confrontarsi con il proprio bagaglio di conoscenze, letture, esperienze; obbligandolo a ricostruire la rete dei riferimenti interni al testo, magari appuntando, in corso di lettura, richiami a fatti, rimandi a testi antichissimi, antichi o anche recenti.

Nulla della condizione umana sfugge ad una analisi condotta in forma narrativa coesa, brillante, essenziale. Ogni testo – per quanto breve – contiene un mondo in cui l’essere umano si muove scoprendosi fragile, a rischio, alla ricerca di qualcosa, spesso privo di strumenti per capire, spesso in fuga da qualcosa …

È una raccolta che va letta e riletta, non necessariamente di seguito. Meglio in ordine sparso, anche tornando sul singolo testo. La prima lettura – se fatta di seguito – non riesce ad essere esaustiva. Ogni testo merita di essere letto, considerato e assimilato, anche a distanza di tempo. Ad ogni rilettura si assapora qualcosa in più, si approfondisce il contenuto e il significato profondo della narrazione. 

Leggere è una continua scoperta: di luoghi, di spazi, di tempi, di cose, di persone. Lontane eppure vicine. Da angolature note eppure inaspettate, capaci di rinnovare la prospettiva sulla vicenda narrata, che sia ambientata millenni fa o in un futuro più o meno lontano. Ci sono distopia, utopia, topoi letterari rivisitati, rinnovati, ribaltati.

Ogni testo, a modo suo è ingombrante. Per tanti motivi.

Perché ha bisogno di essere letto, riletto, assimilato.

Perché, per quanto breve, nella sua essenzialità, contiene un mondo.

Di conseguenza, ciascuno potrebbe diventare una narrazione più ampia, quasi un romanzo.

L’efficacia della brevitas è tale che può equivalere per il lettore a un ‘pugno nello stomaco’, per la capacità di ‘svelare’ letture inaspettate, inconsuete, potenzialmente trasgressive, raramente rassicuranti. È una scrittura che ha il potere di tenere alta l’attenzione, reclamando di richiamare alla mente il bagaglio che ciascuno possiede, magari dormiente o sognante, riattivandolo e, perché no, integrandolo.

Le situazioni più diverse nascono da letture (ad es. i Vangeli apocrifi), equivoci, riflessioni, situazioni impreviste …  e dalla quotidianità.

Al lettore, il compito di scoprire, integrare, assaporare … (anche sulla scorta della menzione speciale attribuita a Ingombranti dalla giuria tecnica del Premio Chiara 2025: “offre uno sguardo sorprendentemente fresco sulla periferia e altri luoghi laterali e marginali, mescolando stili e contenuti con grande varietà”).


2 pensieri su “Leggendo Giorgio Genetelli, Ingombranti. Una raccolta, temposospeso 2025

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