Un campo incolto, un ‘giardino disordinato’ (ossia, libero di lasciarsi invadere dalle ‘erbacce’ o ‘vagabonde’), un terreno abbandonato, le aree limitrofe delle abitazioni rurali: sono questi gli habitat ideali per la calendula (calendula arvensis), un pianta che, tra le tante sue proprietà, è anche ottima per il terreno in quanto funge da concime naturale sia per l’azione delle sue radici in profondità sia alla fine del suo ciclo vitale.
Fiorisce dalla primavera all’autunno e, se la stagione è mite, anche in inverno, ricoprendo il terreno delle sue ramificazioni e illuminando la distesa verde di rami e foglie con i suoi fiorellini giallo/aranciato. Proprio a queste fioriture ripetute durante l’anno, deve il nome di calendula, derivato dal latino calendae, il nome che indica il primo giorno di ogni mese.
Chiunque abbia a disposizione un terreno del genere, in Europa, centrale e meridionale, e in tutti i paesi del Mediterraneo, può approfittarne ampiamente in cucina: le foglie nelle insalate di campo e i boccioli, raccolti presto quando non sono ancora completamente aperti, come ingrediente di un magnifico pesto, dal colore invitante e dal sapore ‘profumato’.
Ingredienti (per due persone)
200 gr di pasta corta (grano duro, mais o farro)
½ tazza di ricotta di mucca
una manciata di mandorle sgusciate
un mazzetto di barba di finocchio coltivato (o selvatico, per un sapore un po’ più forte)
una tazza di fiori di calendula
olio evo
sale qb
Procedimento
- frullare la barba di finocchio, le mandorle, i fiori di calendula (lasciandone un po’ da parte come guarnizione), con l’aggiunta di olio evo e un pizzico di sale, fino a raggiungere la consistenza di una crema;
- cuocere la pasta in acqua salata;
- mescolare in una terrina la ricotta con un po’ dell’acqua di cottura della pasta, un filo d’olio evo e la crema ottenuta con il frullatore;
- scolare la pasta e mescolarla al composto ottenuto con la ricotta e il pesto;
- guarnirla con i fiorellini rimasti.
Varianti
- Le mandorle possono essere sostituite con semi di girasole, quando sono ancora bianchi, privati della buccia.
- La ricotta di mucca può essere sostituita da ricotta di soia, per un piatto 100% vegano.
TESTO: Roberta Rossini
www.ortodiroberta.altervista.org
FOTO: Elia Palange
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